Forra del Grigno

Una forra profondissima percorsa da acque tumultuose, dove per due terzi del percorso non si riesce a cogliere un solo raggio di sole e l’azzurro del cielo fa capolino sopra le nostre teste molto raramente... E se il cielo non è azzurro anche una pila frontale può tornare utile! L’ideale per chi sta cominciando a pensare che il torrentismo è rilassante. Accesso molto difficoltoso, anche se breve.

Canyon incluso nel Progetto Pro Canyon

 

Difficoltà: v5 a6 VI
Periodo: da giugno a settembre
Lunghezza: circa 3,2 km
Dislivello: 196 metri (510-314)
Calate: circa 15, calata piu' alta 25 metri
Ancoraggi: eccellenti
Tempi: 20' accesso + 3h 30' + 15' rientro
Navetta: 19,5 km
Materiale: 2 corde da 60 metri

 

ATTENZIONE! A monte della forra è presente uno sbarramento artificiale.

Accesso
a valle: da Trento prendere la statale che percorre la Valsugana fino al bivio per Strigno, superarlo stando sulla statale e raggiungere il centro di Grigno, sul fondovalle. Posteggiare nella piazza del comune.
a monte: tornare al bivio per Strigno, oltrepassare il paese e proseguire in direzione Castello Tesino - Pieve Tesino. Giunti a Pieve Tesino si gira a destra in direzione di Cinte Tesino. Attraversato il piccolo borgo, subito fuori dal centro abitato si incontra un bivio. Imboccare la strada a sinistra e subito dopo prendere ancora a sinistra una stradina asfaltata in forte discesa. Dopo poche centinaia di metri, ad un nuovo bivio, imboccare la strada asfaltata a destra (sempre più ripida) che porta al "Maso di Luigino". Ora la starda diventa sterrata. Si continua lasciando sulla destra una stradina in leggera salita, subito dopo si supera un palo con un trasformatore ENEL e ancora dopo un maso leggermente in basso sulla sinistra. Lo sterrato diventa ora ripido e tortuoso, si superano alcuni tornanti e quando la strada rientra nel bosco si trova un parcheggio in corrispondenza di una curva verso sinistra.

Avvicinamento: qua viene il difficile. Si passa nel giardino del maso che è situato lungo la strada subito dopo il parcheggio e si prende un sentierino che scende, restando inizialmente al di sopra della strada sterrata da cui siamo arrivati. Dopo alcuni minuti si supera sulla destra una cappelletta e pochi metri dopo si incontra la freccia con l’indicazione "Sentiero per il ponte del diavolo" (il ponte supera la forra ad un’altezza di almeno 100 metri, non fatevi tentare dall’usarlo come accesso alternativo). Pochi metri dopo la freccia, una nascostissima traccia di sentiero scende a sinistra in ripidissima discesa, all’interno del bosco. Si continua a scendere per la via di massima pendenza, lasciando sulla destra un piccolo affluente del Grigno. Arrivati sull’orlo della forra una traccia leggermente più evidente risale in riva destra il torrente, prima salendo e poi ridiscendendo (cengia stretta!) fino a trovare una catena, a valle di una cascata, che ci permette di entrare sul fondo della forra.

Rientro: poco prima di arrivare al grande lago paludoso che si trova in corrispondenza dell’allargamento della valle si prende una strada sterrata che sale in riva sinistra. Giunti sulla strada asfaltata si perocrrono pochi metri ed in corrispondenza di una curva verso sinistra si prende una mulattiera che riporta in paese.

Nota 1
Il Grigno è una forra estremamente mutevole, soprattutto da quando i gestori della diga a monte hanno dovuto aumentare la portata minima rilasciata in alveo. Le portate attualmente superano il metro cubo al secondo mentre fino a pochi anni fa la portata era normalmente di circa 250 l/sec. Sul sito dell'Ufficio Dighe della Provincia Autonoma di Trento, è possibile leggere i valori della portata aggiornati ogni 15 minuti:
http://www.floods.it/public/index.php

Nota 2
Ricordi del 1997...
Probabilmente noi trovammo la forra solo grazie all'amico, abitante del luogo, che ci aveva accompagnato fino alla prima catena. Il giorno precedente avevamo tentato l'accesso dal basso finendo per vagare nei boschi fra Grigno e Cinte. Su questa scheda consigliavamo quindi di fare come noi: "Entrate alla Pro Loco di Cinte Tesino e chiedete informazioni. Superate le difficoltà causate dagli istinti materni del personale, volti al tentativo di dissuadervi dato che ancora non si capacita del perchè tanta gente voglia andare nel "Buco del Diavolo" (così viene infatti chiamata la forra da queste parti), avrete l'informazione desiderata." Ormai dal 2006 il percorso è stato riattrezzato nell'ambito del Progetto Procanyon e la via di accesso è molto battuta e segnata.

Nota 3
La targhetta situata alla prima calata che indica calata max 35 m si riferisce alla situazione della forra diversi anni fa prima della frana che ha modificato sensibilmente la forra alla seconda calata.

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