Male Vesse (parte bassa)

Percorso d'avventura in ambiente maestoso, caratterizzato dal bellissimo passaggio negli "oscuros". La marcia d'avvicinamento già di per sé è una bella esperienza. Tuttavia è facile impiegare più tempo ad arrivare all'attacco che a percorrere la forra: in effetti questa parte bassa non presenta particolari difficoltà tecniche, almeno in condizioni di portata normale. La mitica fama del luogo è sicuramente dovuta all'engagement del percorso integrale.

Fotografie Insomnia Canyoning

 

Difficoltà: v2 a1 II
Periodo: luglio-settembre
Lunghezza: 2,5 km circa
Dislivello: 350 metri (1600-1250)
Calate: 12, max 25 metri
Ancoraggi: sufficienti - 2019
Tempi: 3h avvicinamento + 3h discesa + 15' rientro
Navetta: 0 km
Materiale: 2 x 60 m

 

Accesso: dall'uscita di Nice St-Isidore si percorre tutta la RN della valle del Var, proseguendo fino a Digne. Da qui si seguono le indicazioni per Barcelonette per poi svoltare verso Prads. Nel villaggio si svolta prima a destra e, passato il fiume, a sinistra verso Favière. Prima del secondo ponte sulla Bléone seguire le indicazioni per il Refuge de l'Estrop. Proseguire per 2 km quando la strada diventa sterrata. In corrispondenza di un tornante si continua dritti fino al parcheggio (obbligatorio) a servizio del rifugio.

Avvicinamento: dal parcheggio si segue lo sterrato fino al guado sul Male Vesse (in estate può apparire secco). Un centinaio di metri dopo il guado si trova sulla sinistra un fabbricato con le indicazioni del sentiero per Troumille - Pas de l'Arete, ecc. Si segue questo sentiero, marcato blu. Dopo una prima rampa ripida e ghiaiosa si trova un bivio. Qua si lascia il sentiero segnato in blu e si prende invece a sinistra una traccia (ometto) inizialmente orizzontale e che sale subito ripidissima nel bosco, rimanendo in alto sulla riva sinistra della forra. La traccia è sempre punteggiata da ometti, a tratti un po' distanti fra loro. Giunti a quota 1450 circa la traccia comincia a percorrere, con qualche breve saliscendi, il ripido versante che domina la forra, con almeno due passaggi su cengia abbastanza esposta (attenzione!). La traccia raggiunge circa quota 1500 in corrispondenza di un ghiaione sospeso sopra la gola. Attraversato il ghiaione, quasi alla base delle bancate rocciose, riparte la traccia che ora scende leggermente e presto diventa una cengia esposta, nel suo tratto più pericoloso attrezzata con una quindicina di metri di mancorrente in acciaio. (È consigliabile indossare l'imbrago appena si lascia il ghiaione). Il vago sentiero, sempre segnalato da ometti, riprende a salire ripido, poi ridiscende su un secondo piccolo ghiaione e si impenna nuovamente fino a raggiungere circa quota 1550. Da qui gli ometti diventano più radi, anche perché si attraversa qualche tratto erboso, di nuovo a mezza costa. Questo tratto, relativamente più tranquillo, porta fino al Pont de Dedé, passerella in legno sospesa su un baratro corrispondente con gli "oscuros" della forra, a quota 1580 circa. Passati in riva destra, si sale brutalmente ancora qualche decina di metri per poi traversare in direzione monte e rientrare in un boschetto di conifere. Qua la traccia "giusta" scende in diagonale in direzione monte per circa 20 metri di dislivello fino a un piccolo ma fetente ghiaione appeso sopra la forra. Un pino solitario e un grosso ometto sono appoggiati su un balcone di roccia a sbalzo sulla gola, in riva sinistra dell'impluvio ghiaioso. Per raggiungere questo balcone può essere saggio installare una doppia di circa 25 metri utilizzando un albero. Da lì per un ultimo breve tratto di facile discesa si accede al greto a quota 1600.

Rientro: la forra improvvisamente si riapre e, in estate, l'acqua scompare sotto le ghiaie. Si prosegue sul greto per 10' fino a raggiungere il guado oltrepassato all'andata.

Note:
1. Il tempo totale di avvicinamento per chi conosce già la strada è 2h - 2h30' a seconda del passo, per chi la affronta la prima volta contare almeno 3 ore, poiché totalmente fuori da sentieri evidenti e segnati
2. A inizio stagione è possibile incontrare nevai
3. L'avvicinamento si può considerare come un percorso per escursionisti esperti (EE)
4. Percorso da affrontare esclusivamente con meteo assolutamente stabile

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